Il rituale consolidato della celebrazione del Giorno del ricordo delle vittime delle foibe, in cui negli anni si sono stratificate interpretazioni tendenziose e parziali dei fatti, si va finalmente affiancando una lettura critica, a partire da una doverosa contestualizzazione storica.
La vicenda complessiva del confine orientale, infatti, presenta caratteri peculiari. Il fascismo lì assunse un carattere particolarmente feroce, perseguendo il travisamento dell’identità multietnica della regione e la snazionalizzazione della popolazione slava, la cui lingua e cultura furono bandite, le risorse materiali distrutte, con arresti e repressione di massa. In quella regione, si istituirono veri e propri campi di concentramento, per non dire dell’unico forno crematorio su suolo italiano, proprio a Trieste. Il titolo dell’incontro è tratto da una poesiola che, su libri di testo approvati per le scuole nel 1925, invita a gettare nelle foibe chi ‘offende’ l’Istria non parlando la favella di Dante.
Nell’appropriazione nazionalista del tema i carnefici diventano vittime e il discorso pubblico sulle foibe si trasforma nella strumentalizzazione dei drammi del dopoguerra, assimilando l’identità italiana a quella fascista, e riproducendo così la retorica del ventennio che la Repubblica costruita a partire dalla Resistenza deve necessariamente rigettare.
Per ricostruirne lo svolgimento complessivo con gli strumenti della ricerca storica e presentarli con la necessaria contestualizzazione, l’ANPI di Francoforte ha organizzato, sabato 20 febbraio 2021, un incontro online di approfondimento sui fatti di cui vi proponiamo qui sotto la videoregistrazione.
Sono intervenuti:
Eric Gobetti Studioso dei Balcani e della Resistenza. Autore di E allora le foibe? (Laterza, 2020), La Resistenza dimenticata. Partigiani italiani in Montenegro (Salerno, 2018), Sarajevo rewind (Miraggi, 2017) e numerose altre pubblicazioni sulla relazione tra Italia e Jugoslavia nel contesto della seconda guerra mondiale.
Stojan Spetic Giornalista e insegnante, Senatore della Repubblica (1987-92). Autore nel 2019 di una lettera aperta al Presidente Mattarella in cui chiede di rivedere la retorica della celebrazione della Giorno del ricordo.