Archivi, storia e Resistenza. Quale valore per il presente

Archivio Centrale dello Stato – Immagine dal video Una storia Centrale

Per i non addetti ai lavori gli archivi sono oggetti e luoghi per lo più misteriosi e lontani dalla vita di ogni giorno. Raramente il loro funzionamento, le risorse e le professionalità necessarie ad esercitare con efficacia i loro compiti di servizio pubblico, sono oggetto di dibattito al di fuori di cerchie specialistiche. Eppure, la conservazione, la descrizione e l’accessibilità di documenti stanno alla base di pratiche di interesse pubblico che riguardano quotidianamente ciascun cittadino sia nell’esercizio di diritti fondamentali che nel rapportarsi con il passato.

In una fase come l’attuale in cui, nel frastuono social e mediatico, siamo vittima di un uso sempre più distorto del passato, riflettere sul ruolo civile degli archivi e sulla loro effettiva fruibilità pubblica, può rappresentare un antidoto salutare contro narrazioni mistificanti per promuovere un atteggiamento per lo meno consapevole verso una storia che non si pone come banale commemorazione o esercizio di erudizione ma che vuole parlare al presente. Assistiamo infatti a fenomeni preoccupanti di distorsione e falsificazione relativi a questioni fondamentali della storia dell’Italia contemporanea che fanno presa con una certa facilità sul senso comune: il fascismo, la Resistenza, la Shoah, il colonialismo, il primo Dopoguerra. Permane inoltre la difficoltà di fare chiarezza su vicende cruciali dei decenni repubblicani a causa della perdurante segretazione o di semplice dispersione di materiale archivistico più recente.  

Ne parliamo con tre specialisti di scienza archivistica e storiografica, impegnati nel rivendicare un ruolo pubblico e sociale degli archivi e della storia, per riflettere prendendo le mosse dagli archivi della Resistenza, sul loro uso per indagare la storia del Novecento nonché sul significato e sul valore che essi rivestono per sentire nel presente i fatti storici. La conoscenza del passato ci appartiene. E gli archivi, strumenti di democrazia, interessano tutti. Oggi.

L’incontro pubblico virtuale si terrà

Sabato 5 febbraio, ore 18:00

Interverranno:

David Bidussa, storico sociale delle idee, è attualmente consulente editoriale di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, dopo esserne stato direttore della Biblioteca (1989-2015) e responsabile dell’attività editoriale e didattica (2015-2018). Ha scritto numerosi saggi sulla storia del fascismo, sionismo, antisemitismo ed ebraismo e più recentemente si è occupato di Public History. Ha curato e prefato opere di molti autori, ultimi in ordine di tempo Claudio Pavone, Victor Serge e George Orwell. Collabora a “Il domenicale – il Sole 24 ore” e con Rai Storia.

Paola Carucci, archivista di Stato dal 1966, ha diretto due dei più importanti Archivi storici italiani, l’Archivio centrale dello Stato e l’Archivio storico della Presidenza della Repubblica. Autrice di intramontabili manuali di archivistica, di numerose guide alle fonti e saggi sulla storia delle istituzioni contemporanee, si è a lungo dedicata all’insegnamento dell’archivistica presso Scuole di archivio e presso Università. Attualmente è presidente del IRSIFAR (Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza).

Federico Valacchi, è professore ordinario di archivistica presso l’Università di Macerata. I suoi principali ambiti di ricerca sono legati al rapporto tra tecnologie dell’informazione e archivi; più recentemente, ha riflettuto sulla dimensione pubblica e politica della disciplina archivistica, cui ha dedicato numerosi interventi e il saggio Gli archivi tra storia uso e futuro (2021). Dal 2021 è presidente di AIDUSA (Associazione Italiana Docenti Universitari di Scienze Archivistiche).

Per partecipare seguire QUESTO LINK  (Id riunione: 842 3683 1083, Passcode: 456572)

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