Comunicato della sezione ANPI di Monaco di Baviera sugli episodi di russofobia in Germania dall’inizio della crisi ucraina.
Aggressioni e violenze verso cittadini russi o di origine russa, automobili e abitazioni vandalizzate, monumenti imbrattati, addirittura scuole bilingue date alle fiamme. Sono centinaia gli episodi di russofobia che si stanno registrando in Germania dall’inizio di marzo. Ma quello che più preoccupa è quando gli episodi di razzismo vengono dalle istituzioni. Una caccia alle streghe che non risparmia non solo artisti e atleti russi attraverso la loro esclusione da concorsi e gare, ma una damnatio memoriae della cultura russa e sovietica in toto. La censura colpisce ogni autore del presente e del passato.
Un esempio particolarmente triste accaduto qui a Monaco di Baviera è il trattamento riservato all’associazione Mir, da trent’anni impegnata a costruire amicizia e rapporti tra la cultura russa e quella tedesca, che non solo non riceve attualmente alcun fondo ma allo stato attuale sono stati annullati tutti i concerti e le iniziative in programma.
La violenza del pensiero unico, uguale da Monaco a Milano: lo stesso dictat del sindaco Giuseppe Sala, che voleva costringere il Maestro Valery Gergiev a rinnegare il suo paese pena la cessione del contratto con il Teatro alla Scala, è arrivato al direttore d’orchestra russo esattamente uguale dai Münchner Philharmoniker per volontà del sindaco Di Monaco Dieter Reiter.
Ognuno di noi è chiamato a contrastare questa violenza con la ragione dell’arte e della cultura. Attraverso la conoscenza e la diffusione della letteratura e dell’arte costruire la pace tra i popoli, in particolare quello russo e quello ucraino, le cui similitudini sono enormemente maggiori delle differenze. L’esempio di Sergei Prokofjew, compositore nato in Ucraina che non si è mai definito né ucraino né russo bensì “sovietico”. Tra i più grandi geni della musica del 20’secolo purtroppo censurato dal 2014 dal governo ucraino.
Questa ondata di russofobia è stata una vera e propria manna dal cielo per la “Bundesstiftung zur Aufarbeitung der SED-Diktatur” da anni impegnata (con i soldi del contribuente) ad istituzionalizzare il revisionismo storico più feroce. La verità storica, i meriti dell’Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale e nella sconfitta del fascismo, non possono essere relativizzati per convenienza politica, come i 25 milioni di cittadini sovietici morti per la nostra libertà non possono essere nascosti sotto il tappeto e l’ANPI sarà sempre presente a ricordarlo.
Sezione ANPI di Monaco di Baviera