Pubblicazione Conferenza: Colonialismo italiano e razzismo

il 19 giugno 2021 l’ANPI di Francoforte ha organizzato un incontro online di approfondimento che, partendo dall’invasione e occupazione dell’Etiopia, e passando per il punto di vista che di quei fatti ci restituisce la letteratura etiope di oggi, si è soffermato sul perdurare del discorso razzista in Italia, toccando un tema cruciale della contemporaneità. L’invasione e l’occupazione dell’Etiopia tra il 1935 e il 1941 rappresentano il culmine e l’epilogo di un sessantennio di imprese coloniali italiane in Africa: un fenomeno non ancora pienamente riconosciuto come centrale della storia dello stato italiano unitario, e anzi ricostruito in modo parziale al fine di minimizzare le responsabilità criminali di molti dei protagonisti e più in generale della comunità nazionale.

L’impresa coloniale dell’Italia fascista in Etiopia, caratterizzata da un enorme dispendio di risorse e un colossale dispiego militare, provocò distruzioni ed eccidi, portando all’instaurazione di un regime di rara ferocia, incapace di raggiungere un equilibrio stabile e costantemente sulla difensiva a causa della resistenza tenace della popolazione etiope, alla fine vittoriosa.

Per l’Etiopia l’invasione italiana rappresentò un trauma epocale, una cesura dolorosissima nella sua storia millenaria. A distanza di molti decenni, una nuova generazione di scrittrici e scrittori etiopi o “meticci”, come Gabriella Ghermandi e Maaza Mengiste, ritorna su quegli eventi dando voce ai discendenti di chi ha subito la violenza di quell’occupazione, e di chi, resistendo, ha creato le basi per una nuova storia di quel paese.

Da sempre il razzismo è la principale arma ideologica che il colonialismo, in ogni sua forma, utilizza per giustificare la sopraffazione a danno dei colonizzati. Quello italiano non ha fatto eccezione. Anzi, l’analisi dell’uso sistematico e radicale di mitologie e discorsi razzisti smentisce l’illusione che vorrebbe il razzismo alieno dal carattere nazionale, e ci aiuta a comprendere la forte presa che continua ad avere nella società italiana di oggi, in parte anche perché non riconosciuto come tale.

Sono intervenuti:

Alberto Burgio professore di Storia della filosofia all’Università di Bologna; sui temi della nostra discussione ha pubblicato tra l’altro Nonostante Auschwitz. Il “ritorno” del razzismo in Europa (2010), Orgoglio e genocidio. L’etica dello sterminio nella Germania nazista (2016, con Marina Lalatta Costerbosa) e Critica della ragione razzista (2020), tutti editi da DeriveApprodi.

Matteo Dominioni storico e docente, studioso del colonialismo italiano, co-curatore con Giovanni Boaglio di: Alessandro Boaglio, Plotone chimico. Cronache abissine di una generazione scomoda, Mimesis (2010), e autore tra l’altro di Lo sfascio dell’impero. Gli italiani in Etiopia (1936-1941), Laterza (2019) e I prigionieri di Menelik, 1896-1897, Mimesis (2021).

Anna Nadotti traduttrice dall’inglese, consulente editoriale e critica letteraria, ha tradotto il libro Il Re Ombra di Maaza Mengiste, uscito per Einaudi a marzo 2021.

Il video della conferenza mostra un breve passaggio di un documentario dell’Istituto Luce che può essere visionato integralmente QUI

Il libro consigliato da Alberto Burgio durante il suo intervento è: David Forgacs, Margini d’Italia. L’esclusione sociale dall’Unità a oggi, Laterza 2015

I nomi del ragazzo morto suicida perché schiacciato dal senso di disprezzo che si vedeva intorno e del sindacalista di origine marocchina ucciso durante un presidio – citati da Alberto Burgio – sono rispettivamente Seid Visin e Adil Belakhdim.

Il progetto di archivio fotografico lanciato da Maaza Mengiste e citato da Anna Nadotti nel suo intervento si chiama Project 3541; dettagli al riguardo sono facilmente reperibili in rete, per esempio QUI.

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