Saskia von Brockdorff racconta in dialogo con Tommaso Speccher la propria storia partendo dalla
condanna a morte della madre Erika, membro del gruppo di resistenza della
Rote Kapelle (Orchestra Rossa), da parte dei tribunali speciali nazisti nel 1943.
Dopo la fine della guerra, Saskia crescerà nella Germania dell’Est attorniata dal
mito della madre senza riuscire però mai a fare i conti con la propria storia
familiare in un contesto di guerra fredda, in cui nelle due Germanie vi era una
considerazione completamente diversa del ruolo della Rote Kapelle.
Ad Ovest questo gruppo venne considerato per decenni una sorta di “gruppo di
traditori”, ad Est, invece, venne strumentalizzato dalla propaganda di Stato in
funzione del mito della resistenza comunista.
Solo nei primi anni 2000, Saskia è potuta entrare in possesso della lettera a lei
indirizzata, scritta dalla madre pochi giorni prima dell’esecuzione, un
documento che testimonia il valore personale, civile e etico di questa grande
storia di resistenza.