Internati militari al cimitero di Westhausen – In memoria di Giovanni

Nel giugno 2022 la nostra sezione ha ricevuto una richiesta di informazioni su Giovanni Di Noto, un internato militare italiano deportato in Germania durante la Seconda guerra mondiale, deceduto durante la prigionia nel 1945. La richiesta proveniva da un pronipote del Di Noto, che aveva già potuto accertare che il prozio era seppellito al cimitero di Westhausen a Francoforte e  che sperava di poter ottenere una fotografia della lapide per sua nonna, la sorella del soldato.

Non è la prima volta che ci arrivano richieste per questo tipo di ricerche, richieste che abbiamo finora sempre potuto soddisfare grazie alla competenza e alla perizia del nostro socio ed esperto di storia militare Giancarlo de Simoi. Questa volta però, Giancarlo ha preso molto a cuore la vicenda del giovane marinaio, morto a soli 22 lontano dal suo paese e di cui la famiglia non aveva più avuto notizia, ed ha organizzato un piccola cerimonia commemorativa ad hoc.

Inizialmente avremmo voluto iscrivere la vicenda e la commemorazione del Di Noto all’interno dell’evento organizzato ogni anno dal Consolato di Francoforte in memoria degli IMI seppelliti a Westhausen, ma la nostra richiesta non è purtroppo stata accolta. Giancarlo ha pertanto organizzato una cerimonia separata il 15 novembre 2022, con la partecipazione significativa dei registi Eva Voosen e Malte Rauch, e dell’attivista Renate Rauch, noti antifascisti francofortesi. In segno di omaggio e memoria del giovane Di Noto, abbiamo deposto dei fiori sulla lapide, mentre Giancarlo pronunciava un commovente discorso che è stato filmato da Eva Voosen e Malte Rauche e che riproduciamo qui sotto.

Mantenere l’attenzione sui fatti che hanno privato della libertà e del futuro tanti giovani, e tener viva la memoria su chi, resistendo in vario modo, ha dato il proprio contributo alla nascita della democrazia in Italia, non vuol dire solo non dimenticare, ma anche far buon uso del passato per costruire un presente e un futuro migliori. Il nostro gesto ha anche avuto il significato di mettere al centro di quei fatti, di quelle storie, le persone che con la loro vita e il loro sacrificio continuano a mandarci un messaggio di resistenza all’ingiustizia e alla barbarie della guerra.

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