Comunicato ANPI Germania sul Congresso per la Palestina 2024

[Deutsche Übersetzung unten]

Tutte le sezioni ANPI Germania esprimono la loro solidarietà agli organizzatori e ai partecipanti del Congresso per la Palestina 2024. Il Congresso per la Palestina si sarebbe dovuto tenere a Berlino tra il 12 e il 14 aprile. Lo scopo del congresso era quello di accusare lo stato tedesco di complicità nel massacro di Gaza [1]. 

La Germania infatti è il secondo paese al mondo per fornitura di armi ad Israele [2] ed è uno dei paesi che ha tagliato i finanziamenti all’UNWRA (“Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente”) durante la crisi umanitaria a Gaza [3]. Lo stato tedesco considera la “difesa” di Israele una “ragione di stato”, e utilizza l’olocausto come giustificazione per la sua posizione di politica internazionale [4]. L’ appoggio incondizionato a qualunque politica del governo israeliano ha anche portato la Germania a doversi difendere davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dalle accuse di aver facilitato il genocidio dei palestinesi a Gaza [5]. Al sostegno internazionale ad Israele, la Germania ha accompagnato, sul fronte interno, una repressione senza precedenti in un paese democratico verso i movimenti che hanno espresso solidarietà al popolo palestinese. 

Il Congresso per la Palestina avrebbe dovuto parlare di questi ed altri temi, condannando l’occupazione illegale dei territori palestinesi e mettendo al centro della discussione le sofferenze del popolo palestinese negli ultimi 76 anni. Numerose voci di rilievo avrebbero dovuto partecipare, come quella dell’ex ministro greco Yanis Varoufakis, del parlamentare irlandese Richard Boyd Barrett, del rettore dell’università di Glasgow Ghassan Abu Sittah, e quelle di tanti altri ricercatori ed attivisti [6]. Il Congresso chiedeva un immediato cessate il fuoco, la fine dell’apartheid in Israele, lo stop al supporto economico, militare e diplomatico dello stato israeliano, la fine della repressione e della criminalizzazione dei movimenti di solidarietà al popolo palestinese in Germania, il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi, la fine del supporto dell’ideologia sionista, e uguali diritti per le popolazioni di ogni etnia e religione che vivono nei territori israelo-palestinesi [1].

 Il Congresso ha subito fin da subito la repressione delle istituzioni tedesche. La cassa di risparmio Berliner Sparkasse ha bloccato, poche settimane prima dell’inizio del congresso, il conto in banca dell’associazione “Voce ebraica per una pace giusta in Medio Oriente” (“Jüdische Stimme für gerechten Frieden in Nahost”), una delle associazioni promotrici del congresso [7]. Jüdische Stimme è una associazione di ebrei che si oppongono alle politiche nazionaliste di Israele e alla repressione del popolo palestinese [8]. Negli ultimi giorni, numerosi partiti tedeschi (da sinistra a destra) hanno chiesto alle autorità di intervenire per impedire il congresso, accusando gli organizzatori di antisemitismo e di sostenere gruppi terroristici [9].

Il 12 aprile, le forze dell’ordine tedesche hanno bloccato all’aeroporto di Berlino Ghassan Abu Sittah, rettore dell’università di Glasgow e chirurgo per Medici Senza Frontiere che ha prestato servizio recentemente a Gaza. Le autorità tedesche hanno fermato il Dr. Ghassan Abu Sittah per impedirgli di partecipare al Congresso sulla Palestina, dove avrebbe riferito delle atrocità a cui aveva assistito durante i mesi di lavoro come chirurgo a Gaza. Dopo ore di attesa, al Dr. Ghassan Abu Sittah è stato negato l’ingresso in Germania, ed è stato costretto dalle autorità a prendere un volo di ritorno per il Regno Unito [10]. 

Nella mattinata del 12 aprile, un ingentissimo schieramento di forze di polizia ha impedito l’inizio del congresso all’orario prestabilito. Circa 900 agenti hanno circondato l’edificio nel quartiere di Tempelhof in cui il Congresso si sarebbe dovuto svolgere, impedendo l’ingresso dei partecipanti [11]. La folla di partecipanti e solidali fuori dall’edificio è stata circondata dalle forze dell’ordine per qualche ora. Abbiamo notizia che la polizia ha arrestato alcuni dei presenti (qui il video di un attivista di Jüdische Stimme arrestato mentre mostrava uno striscione [12]). Circa verso le 15:30 la polizia ha intimato alla folla di disperdersi minacciando di intervenire. Nel frattempo all’interno dell’edificio il congresso è iniziato. Dopo il primo intervento della giornalista palestinese Hebh Jamal, gli organizzatori hanno proiettato un intervento registrato del ricercatore Salman Abu Sitta. Durante la proiezione del video, tuttavia, la polizia ha interrotto il congresso, intimato ai giornalisti presenti di interrompere le dirette, e staccato la corrente elettrica [13]. Dopo aver arrestato un altro attivista ebreo [14], la polizia tedesca ha dichiarato la fine del Congresso. Il Congresso sarebbe dovuto durare 3 giorni, ed è durato invece circa 20 minuti. La polizia ha dichiarato che il congresso è stato interrotto perché a Salman Abu Sitta non è permesso fare attività politica in Germania a causa di sue dichiarazioni antisemite [15]. 

Ci uniamo ad Amnesty International Europa [16], nell’esprimere la nostra preoccupazione per le restrizioni al diritto di associazione e alla libertà di parola che lo stato tedesco ha messo in pratica per contrastare lo svolgersi del congresso. Le autorità tedesche continuano una operazione di repressione in cui l’opposizione alle politiche sioniste e nazionaliste del governo israeliano viene etichettata come antisemitismo. Portando al paradossale risultato di arrestare due attivisti ebrei per fermare un congresso (assolutamente non-violento) sulla Palestina.

Ribadiamo con forza che il governo di Israele è in ripetuta violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Già nel 2013, Israele era stato condannato in 45 risoluzioni del Consiglio per i diritti umani nelle Nazioni Unite. Cioè dalla nascita del Consiglio nel 2006, Israele è stato condannato quasi più di tutti gli altri stati messi insieme [17]. Più recentemente il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha passato una risoluzione per richiedere il cessate il fuoco a Gaza durante il Ramadan e la liberazione degli ostaggi [18].  Più di 30,000 palestinesi sono morti da Ottobre 2023 a oggi, il 75% della popolazione di Gaza è stata costretta a lasciare le proprie case [19], il segretario generale delle Nazioni Unite ha definito la guerra a Gaza uno dei conflitti più mortali in termini di velocità, scala, e ferocia verso i civili, i giornalisti, i medici e gli aid workers [20]. Secondo le Nazioni Unite, in 4 mesi di conflitto a Gaza sono morti più bambini che in 4 anni di conflitti in tutto il mondo [21]. 

Come ANPI Germania condanniamo questo massacro di civili, chiediamo che tutti gli ostaggi vengano rilasciati e che Israele rispetti le risoluzioni delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. Riteniamo che protestare per chiedere un cessate il fuoco immediato e per una pace giusta in Medio Oriente che riconosca il diritto di autodeterminazione dei popoli e metta fine a ogni discriminazione, sia un dovere di tutti gli antifascisti e i sinceri democratici.

ANPI Berlino-Brandeburgo

ANPI Francoforte sul Meno

ANPI Colonia

ANPI Monaco di Baviera


Alle ANPI Deutschland Standorte solidarisieren mit den Organisatoren und Veranstaltern des Palästina-Kongresses 2024. Der Palästina-Kongress Berlin nahm vom 12. bis 14. April teil. Ziel des Kongresses war es, dem deutschen Staat eine Mitschuld am Gaza-Massaker vorzuwerfen [1].

Deutschland ist tatsächlich das zweite Land der Welt, das Israel bewaffnet [2], und gehört zu den Ländern, die im Laufe der Zeit die Mittel für die UNWRA („Agentur der Vereinten Nationen für die Hilfe und Beschäftigung palästinensischer Flüchtlinge im Nahen Osten“) gekürzt haben während der humanitären Krise in Gaza [3]. Der deutsche Staat betrachtet die „Verteidigung“ Israels als „Staatsräson“ und nutzt den Holocaust zur Rechtfertigung seiner internationalen politischen Position [4]. Die bedingungslose Unterstützung der gesamten Politik der israelischen Regierung hat auch dazu geführt, dass sich Deutschland vor dem Internationalen Gerichtshof gegen den Vorwurf der Mitschuld am Völkermord an den Palästinensern in Gaza verteidigen musste [5]. Zusätzlich zur internationalen Unterstützung für Israel begleitete Deutschland im eigenen Land eine beispiellose Repression in einem demokratischen Land gegen solidarische Bewegungen mit dem palästinensischen Volk.

Der Palästina-Kongress hätte über diese und andere Themen sprechen, die illegale Besetzung der palästinensischen Gebiete verurteilen und das Leiden des palästinensischen Volkes in den letzten 76 Jahren in den Mittelpunkt der Diskussion stellen sollen. Zahlreiche wichtige Stimmen dürften teilgenommen haben, etwa die des ehemaligen griechischen Ministers Yanis Varoufakis, des irischen Parlamentariers Richard Boyd Barrett, des Rektors der Universität Glasgow Ghassan Abu Sittah und die vieler anderer Forscher und Aktivisten [6]. Der Kongress forderte einen sofortigen Waffenstillstand, das Ende der Apartheid in Israel, einen Stopp der wirtschaftlichen, militärischen und diplomatischen Unterstützung des israelischen Staates, ein Ende der Unterdrückung und Kriminalisierung von Solidaritätsbewegungen für das palästinensische Volk in Deutschland, das Recht auf Rückkehr palästinensischer Flüchtlinge, ein Ende der Unterstützung der zionistischen Ideologie und gleiche Rechte für die Bevölkerung aller Ethnien und Religionen, die in den israelisch-palästinensischen Gebieten leben [1].

Der Kongress wurde sofort von deutschen Institutionen unterdrückt. Wenige Wochen vor Beginn des Kongresses sperrte die Berliner Sparkasse das Bankkonto des Vereins „Jüdische Stimme für gerechten Frieden in Nahost“, eines der Vereine, die den Kongress gefördert haben [7]. „Jüdische Stimme“ ist eine Vereinigung von Juden, die sich gegen die nationalistische Politik Israels und die Unterdrückung des palästinensischen Volkes aussprechen [8]. In den letzten Tagen haben zahlreiche deutsche Parteien (von links nach rechts) die Behörden aufgefordert, einzugreifen, um den Kongress zu verhindern, und den Organisatoren Antisemitismus und die Unterstützung terroristischer Gruppen vorgeworfen [9].

Am 12. April stoppten deutsche Strafverfolgungsbehörden Ghassan Abu Sittah, Rektor der Universität Glasgow und Chirurg von „Ärzte ohne Grenzen“, der kürzlich in Gaza tätig war, am Berliner Flughafen. Die deutschen Behörden haben Dr. Ghassan Abu Sittah festgenommen, um ihn an der Teilnahme am Palästina-Kongress zu hindern, wo er Berichten zufolge über die Gräueltaten berichtete, die er während seiner monatelangen Tätigkeit als Chirurg in Gaza miterlebt hatte. Nach stundenlangem Warten wurde Dr. Ghassan Abu Sittah die Einreise nach Deutschland verweigert und er wurde von den Behörden gezwungen, einen Rückflug in das Vereinigte Königreich zu nehmen [10].

Am Morgen des 12. April verhinderte ein massiver Einsatz von Polizeikräften, dass der Kongress zum geplanten Zeitpunkt beginnen konnte. Rund 900 Beamte umzingelten das Gebäude im Bezirk Tempelhof, in dem der Kongress stattfinden sollte, und hinderten die Teilnehmer am Zutritt [11]. Die Menge der Teilnehmer und Unterstützer vor dem Gebäude wurde einige Stunden lang von der Polizei umzingelt. Uns liegt die Nachricht vor, dass die Polizei einige der Anwesenden festgenommen hat (hier ist das Video eines Aktivisten der Jüdischen Stimme, der festgenommen wurde, während er ein Transparent zeigte [12]).

Gegen 15.30 Uhr forderte die Polizei die Menge auf, sich zu zerstreuen, und drohte mit einem Eingreifen. Inzwischen hat im Inneren des Gebäudes der Kongress begonnen. Nach der ersten Rede des palästinensischen Journalisten Hebh Jamal zeigten die Organisatoren eine aufgezeichnete Rede des Forschers Salman Abu Sitta. Während der Vorführung des Videos unterbrach die Polizei jedoch den Kongress, befahl den anwesenden Journalisten, die Live-Übertragungen zu unterbrechen, und schaltete den Strom ab [13]. Nach der Festnahme eines weiteren jüdischen Aktivisten [14] erklärte die deutsche Polizei den Kongress für beendet. Der Kongress sollte drei Tage dauern, dauerte aber stattdessen etwa 20 Minuten. Die Polizei gab an, dass der Kongress unterbrochen wurde, weil Salman Abu Sitta aufgrund seiner antisemitischen Äußerungen keine politische Tätigkeit in Deutschland ausüben dürfe [15].

Gemeinsam mit Amnesty International Europe [16] äußern wir unsere Besorgnis über die Einschränkungen des Vereinigungsrechts und der Meinungsfreiheit, die der deutsche Staat eingeführt hat, um die Durchführung des Kongresses zu verhindern. Die deutschen Behörden setzen ihr hartes Vorgehen fort, bei dem Widerstand gegen die zionistische und nationalistische Politik der israelischen Regierung als Antisemitismus bezeichnet wird. Dies führte zu dem paradoxen Ergebnis, dass zwei jüdische Aktivisten verhaftet wurden, um einen (absolut gewaltfreien) Kongress zu Palästina zu verhindern.

Wir betonen nachdrücklich, dass die israelische Regierung wiederholt gegen Resolutionen der Vereinten Nationen verstößt. Bereits 2013 war Israel in 45 Resolutionen des Menschenrechtsrats der Vereinten Nationen verurteilt worden. Das heißt, seit der Gründung des Rates im Jahr 2006 wurde Israel fast mehr verurteilt als alle anderen Staaten zusammen [17]. Vor Kurzem verabschiedete der Sicherheitsrat der Vereinten Nationen eine Resolution, die einen Waffenstillstand in Gaza während des Ramadans und die Freilassung von Geiseln forderte [18]. Mehr als 30.000 Palästinenser sind seit Oktober 2023 gestorben, 75 % der Bevölkerung Gazas wurden gezwungen, ihre Häuser zu verlassen [19], der Generalsekretär der Vereinten Nationen hat den Krieg in Gaza als einen der tödlichsten Konflikte in Bezug auf Geschwindigkeit, Ausmaß, und Grausamkeit gegenüber Zivilisten, Journalisten, Ärzten und Helfern gekennzeichnet [20]. Nach Angaben der Vereinten Nationen sind in den vier Monaten des Konflikts in Gaza mehr Kinder gestorben als in den vier Jahren des Konflikts weltweit [21].

Als ANPI Deutschland verurteilen wir dieses Massaker an Zivilisten, wir fordern die Freilassung aller Geiseln und dass Israel die Resolutionen der Vereinten Nationen und das Völkerrecht respektiert. Wir glauben, dass es eine Pflicht aller Antifaschisten und aufrichtigen Demokraten ist, zu protestieren, um einen sofortigen Waffenstillstand und einen gerechten Frieden im Nahen Osten zu fordern, der das Selbstbestimmungsrecht der Völker anerkennt und jegliche Diskriminierung beendet.

ANPI Berlin Brandenburg

ANPI Frankfurt am Main

ANPI Köln

ANPI München


[1] https://palaestinakongress.de/

[2] https://www.nytimes.com/2024/04/10/world/middleeast/israel-weapons-suppliers-us-germany-italy.html

[3] https://unwatch.org/updated-list-of-countries-suspending-unwra-funding/

[4] https://ilmitte.com/2023/10/germania-divieto-delle-attivita-di-hamas-e-solidarieta-con-israele/

[5] https://www.dw.com/en/germany-presents-defense-at-icj-over-gaza-genocide-claim/a-68773398

[6] https://palaestinakongress.de/speakers

[7] https://www.juedische-stimme.de/berliner-sparkasse-sperrt-konto-der-j%C3%BCdischen-stimme

[8] https://www.juedische-stimme.de/en_US#about-info

[9] https://www.tagesspiegel.de/berlin/gegen-terrorverherrlichung-und-antisemitismus-parteiennachwuchs-protestiert-gegen-palastina-kongress-in-berlin-11471900.html

[10] https://dawnmena.org/germany-deporting-british-palestinian-surgeon-to-prevent-him-from-reporting-on-israeli-atrocities-in-gaza/

[11] https://twitter.com/redstreamnet/status/1778706729523413156

[12] https://twitter.com/redstreamnet/status/1778831208597925974

[13] https://twitter.com/redstreamnet/status/1778864445093024094

[14] https://twitter.com/redstreamnet/status/1778815132593803671

[15] https://www.reuters.com/world/europe/police-shut-down-pro-palestinian-gathering-germany-over-hate-speech-fears-2024-04-12/

[16] https://twitter.com/AmnestyEU/status/1778862898997026846

[17] https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_United_Nations_resolutions_concerning_Israel

[18] https://news.un.org/en/story/2024/03/1147931

[19] https://press.un.org/en/2024/sc15653.doc.htm

[20] https://twitter.com/antonioguterres/status/1776355132701106464

[21] https://turkiye.un.org/en/263401-gaza-number-children-killed-higher-four-years-world-conflict

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